La psicologia
Il termine “Psicologia” deriva dal greco psiche (= anima) e da logos (= discorso, studio): letteralmente quindi “discorso sull’anima”. Un’anima intesa non in senso religioso né in senso scientifico. Qualcosa di cui nessun esperto possa dirne con certezza.
L’anima è qualcosa che solo noi, come esseri umani, possiamo supporre che esista e che non esista. A maggior ragione un discorso sull’anima può interessare o non interessare. Ciascun individuo può decidere di volerne sapere qualcosa o non ne volere sapere niente.
Perchè rivolgersi ad uno psicologo?
Perché rivolgersi ad un altro essere umano, per intrattenere un ipotetico discorso sull’anima? Non sembra una faccenda tanto seria, con queste premesse di cui nessuno sa niente...
Allora perché tanti psicologi in giro e altrettanti pazienti?
È come se ad un certo punto, nell’arco dell’esistenza di un individuo, succedesse qualcosa: un segnale, un sintomo, come possono esserlo un mal di stomaco insistente, un’apatia e assenza di emozioni, una rabbia sproporzionata, una paura improvvisa di prendere un aereo, dei pianti improvvisi e continuati, una fobia per un insetto piccolo ma inaffrontabile o un attacco di panico e così via.
Qualcosa che inizia a farci sentire a disagio, un malessere che si può manifestare sul lavoro, in famiglia o nelle nostre relazioni sociali e affettive. Allora vorremmo continuare a funzionare come prima, ci rivolgiamo ad un dottore e chiediamo proprio questo: “mi tolga questa cosa”. Ma sulla nostra pelle scopriamo che l’essere umano è una macchina estremamente complessa. Non si tratta di riparare, aggiustare o togliere. In realtà, già pensarci come persone e non come macchine semplici da aggiustare, è un “inizio psicologico”. Iniziare poi a pensare, riflettere su noi stessi in modo diverso da come abbiamo sempre fatto, è un “lavoro psicologico” su cosa è successo o cosa sta succedendo.